Amiamo visceralmente i negozi di dischi indipendenti.
Li' siamo cresciuti, li' abbiamo incontrato quelli che - a distanza di anni - sono ancora i nostri amici del cuore, li' andiamo per cercare sollievo da un mondo che - nonostante ci provi - non riesce a cancellarli dalla sua faccia e, soprattutto, li' compriamo i nostri dischi.
E' stata quindi una gioia giovedi' 23 settembre scorso entrare - cogliendo l'occasione di una visita da quelle parti - da Weirdo Records, sito in 844 Massachusetts Avenue, Cambridge (Boston), USA.
Accolti dalla gentilissima proprietaria Angela Sawyer (che ci racconta di aver aperto il negozio da poco piu' di un anno, avendo svolto in precedenza l'attivita' di compravendita di dischi dalla sua... camera da letto!) ci siamo beati nel suo fantastico assortimento di ristampe anni sessanta, oscurita' contemporanee, preziose pepite dai cataloghi Sublime Frequencies, Numero Group, Light In The Attic, Mississippi Records ecc.ecc.
Al termine, usciamo con $174.50 in meno sul nostro conto corrente, ma congedati con un sorriso ed una stretta di mano che valgono milioni.
Sullo scontrino e' stampata la frase "Weirdo loves you"; lasciateci dire a gran voce "We love you, Weirdo"!
(www.weirdorecords.com)
Sunday, 26 September 2010
Saturday, 18 September 2010
Chris Hillman
Francamente non sappiamo dove iniziare. Quando esce un disco nuovo di uno degli artisti che maggiormente amiamo, il nostro cuore incomincia a mandare messaggi difficili da tradurre in parole e da riportare in stampa. Ma ci proviamo.
Nel maggio 2008, l'umile estensore di queste righe senza importanza prese carta e penna (elettroniche) e scrisse a Chris Hillman per ringraziarlo del dono meraviglioso che aveva voluto regalare a lui e a tutti gli altri che hanno orecchie per ascoltare; musica celestiale che rende il mondo un posto migliore dove stare.
Dopo qualche giorno, inaspettata, una mail di risposta dove tra le altre cose Hillman ci diceva: "Your words validate my life".
Restammo commossi da tanta gentilezza.
Oggi, settembre 2010, a distanza di cinque anni dal suo ultimo lavoro in studio ("The Other Side") salutiamo con gioia immensa l'uscita di "At Edward's Barn".
Si tratta di un disco retrospettivo dell'intera, incredibile, carriera del musicista californiano (membro fondatore di Byrds, Flying Burrito Bros., Manassas, Souther-Hillman-Furay Band, McGuinn-Hillman-Clark) e attribuito allo stesso Hillman ed al suo fido amico Herb Pedersen.
Invece di imbucare la facile strada del "greatest hits" assemblato a tavolino, per celebrare degnamente il valore incommensurabile della musica che il disco contiene, Chris e Herb hanno deciso di suonare dal vivo - davanti ad un pubblico di circa 200 persone raccolto per l'occasione in una capanna (!) dall'acustica perfetta a Nipomo in California - una serie di gemme estratte dal repertorio ultra-quarantennale di Hillman.
L'ascolto si rivela essere un'esperienza trascendente: "Turn, Turn, Turn", "Eight Miles High", "Wheels", "Desert Rose", "Sin City" e via elencando disvelano sfumature che ancora non immaginavamo di non conoscere.
E... quella voce, quella voce, quella voce! E' Chris Hillman che canta ma noi sappiamo bene, senza tema di smentita, che essa viene dall'alto. Da molto in alto.
Di nuovo siamo commossi e non in grado di articolare qui cio' che proviamo nello spazio piu' privato della nostra anima.
Da archiviare sotto: musica classica/musica sacra.
(www.rounder.com)
Nel maggio 2008, l'umile estensore di queste righe senza importanza prese carta e penna (elettroniche) e scrisse a Chris Hillman per ringraziarlo del dono meraviglioso che aveva voluto regalare a lui e a tutti gli altri che hanno orecchie per ascoltare; musica celestiale che rende il mondo un posto migliore dove stare.
Dopo qualche giorno, inaspettata, una mail di risposta dove tra le altre cose Hillman ci diceva: "Your words validate my life".
Restammo commossi da tanta gentilezza.
Oggi, settembre 2010, a distanza di cinque anni dal suo ultimo lavoro in studio ("The Other Side") salutiamo con gioia immensa l'uscita di "At Edward's Barn".
Si tratta di un disco retrospettivo dell'intera, incredibile, carriera del musicista californiano (membro fondatore di Byrds, Flying Burrito Bros., Manassas, Souther-Hillman-Furay Band, McGuinn-Hillman-Clark) e attribuito allo stesso Hillman ed al suo fido amico Herb Pedersen.
Invece di imbucare la facile strada del "greatest hits" assemblato a tavolino, per celebrare degnamente il valore incommensurabile della musica che il disco contiene, Chris e Herb hanno deciso di suonare dal vivo - davanti ad un pubblico di circa 200 persone raccolto per l'occasione in una capanna (!) dall'acustica perfetta a Nipomo in California - una serie di gemme estratte dal repertorio ultra-quarantennale di Hillman.
L'ascolto si rivela essere un'esperienza trascendente: "Turn, Turn, Turn", "Eight Miles High", "Wheels", "Desert Rose", "Sin City" e via elencando disvelano sfumature che ancora non immaginavamo di non conoscere.
E... quella voce, quella voce, quella voce! E' Chris Hillman che canta ma noi sappiamo bene, senza tema di smentita, che essa viene dall'alto. Da molto in alto.
Di nuovo siamo commossi e non in grado di articolare qui cio' che proviamo nello spazio piu' privato della nostra anima.
Da archiviare sotto: musica classica/musica sacra.
(www.rounder.com)
Saturday, 11 September 2010
Peter Walker
"I was struck by the relaxed feeling of the record and nothing felt rushed" disse il compianto e indimenticabile Jack Rose a proposito del capolavoro "Rainy Day Raga" di Peter Walker.
Era stato infatti grazie a questo disco (originariamente edito nel 1966) che Jack aveva scoperto l'opera di Walker, maestro di chitarra ammirato da molti (Robbie Basho, MV&EE, Thurston Mooore ecc.ecc.)
Gia' ristampato lo scorso anno negli Stati Uniti in vinile (e immediatamente catalogato da "The Music Is Inside" tra le ristampe del 2009), ne e' appena uscita una perfetta edizione in CD edita dalla inglese Ace Records (su label Vanguard) che consentira' una maggiore diffusione di questo caposaldo della musica.
Volutamente non diciamo nulla dell'opera in se' che invitiamo ad assaporare con calma e concentrazione.
Ci congediamo pero' facendo nostre le bellissime parole del suo autore: "So much of music is an expression of feeling. You tell a story with the music but, unless it's an empty character study, it's more about your feelings".
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